VARICOCELE FEMMINILE E DOLORE

IL VARICOCELE PELVICO NELLA DONNA

All’interno di un ambulatorio di riabilitazione del pavimento pelvico, molte sono le disfunzioni che si possono presentare, alcune molto frequenti e conosciute come l’incontinenza urinaria o fecale, e il prolasso uro-genitale.
Se analizzo la mia esperienza personale non posso fare a meno di constatare che negli ultimi anni, l’accesso al mio studio, quindi nella mia personale pratica clinica, è stato incrementato da donne con sintomi correlati al dolore pelvico cronico.

Questo aumento, che supera il 50% del totale dei miei pazienti, riguarda sintomi come:
– dolore vulvare
– ostruita defecazione
– ipertono del pavimento pelvico
– cistiti ricorrenti.

Molto spesso i sintomi sopra elencati si sovrappongono, confondendo così il quadro clinico e il successivo trattamento e a volte è davvero difficile cercare di capire qual’è il bandolo della matassa sopratutto quando le pazienti arrivano con plichi di visite specialistiche, indagini, terapie, controlli vari e vari tentativi per ridurre il sintomo dolore.

Oggi descriverò una delle patologie associata al sintomo dolore denominata “varicocele pelvico” o “Pelvic Congestion Syndrome” (PCS).

Il varicocele pelvico femminile si associa al dolore pelvico cronico nel 100% dei casi, si può presentare durante il ciclo mestruale con dismenorrea e si associa al dolore durante i rapporti nel 40% dei casi.

Per farvi comprendere meglio che cos’è il varicocele pelvico devo parlarvi, e lo farò in modo semplice e comprensibile, della vascolarizzazione della pelvi, in particolare dei plessi venosi.

I plessi venosi sono quelle strutture, molto complesse, costituiti da vene: un sistema idraulico di condotti di drenaggio regolato dalle leggi fisiche dell’idrodinamica correlata quindi ai gradienti di pressione.

Le vene portano il sangue dalla periferia al centro (cuore) e sono provviste di valvole che si aprono e si chiudono per regolare il flusso sanguigno permettendo una buona vascolarizzazione della pelvi che però subisce notevoli cambiamenti nel corso della giornata, del mese, del periodo di vita della donna, creando cambiamenti nelle pressioni.

La gravidanza è uno dei momenti in cui questi condotti subiscono le maggiori modificazioni: se l’utero aumenta di 60/80 volte il suo volume (come nell’ultimo trimestre di gravidanza), anche la portata dei vasi pelvici aumenta proporzionalmente al volume dell’utero.

Questi cambiamenti si riferiscono ai plessi venosi più importanti:
– le vene iliache destra e sinistra che confluendo creano la vena cava inferiore
– le vene ovariche
– il distretto venoso degli arti inferiori.

Su questi tre grandi distretti di conduzione, deve confluire il flusso delle vene pelviche.

Le valvole permettono al flusso sanguigno di andare verso un’unica direzione e cioè verso la zona pelvica e di non ritornare indietro.

Quando queste valvole, con l’importante compito del ritorno venoso verso il cuore contro la forza di gravità, si sfiancano e non si chiudono più in modo corretto, si verifica una condizione di stasi, di ristagno venoso determinando un aumento pressorio intravenoso che sostiene la sindrome varicosa pelvica.

Questa dilatazione  di alcune vene dell’addome inferiore, sopratutto del plesso venoso proveniente dalla vena ovarica di sinistra porta ad un aumento del volume di  sangue a livello dello spazio compreso tra utero e ovaie.

E’ un pò quello che accade in presenza delle più conosciute vene varicose in quanto il meccanismo fisiopatologico è lo stesso.

I sintomi della sindrome della congestione pelvica causano:
– dolore pelvico cronico (sintomi presenti > 6 mesi)
– dolore durante i rapporti sessuali
– dolore pelvico che aumenta durante il ciclo mestruale
– senso di pesantezza a livello pelvico
– vene varicose
– colon irritabile
– perdite di urina.

ATTENZIONE! Questi sintomi sono molto comuni anche per altre patologie e disfunzioni ed è quindi di fondamentale importanza rivolgersi sempre al proprio medico per capire qual’è il trattamento migliore per voi.

Vi sono esami strumentali specifici per diagnosticare un varicocele pelvico:
– ecografia transvaginale
– risonanza magnetica nucleare (RMN)
-flebografia ascendente.

Il trattamento può essere:
– chirurgico con laparoscopia per eseguire la legatura diretta della vena ovarica
– chirurgia mini-invasiva mediante embolizzazione delle vene ovariche con sostanze sclerosanti
– terapia farmacologica con farmaci a base ormonale e antidolorifici.

Dal punto di vista conservativo la riabilitazione del pavimento pelvico si inserisce in un percorso integrato e multidisciplinare per aiutare la paziente a gestire il dolore qualora ci fosse una concomitante disfunzione dei muscoli del pavimento pelvico che può essere correlata alle seguenti condizioni:
– pelvic-floor under-activity (non contrazione volontaria)
– pelvic-floor over-activity (non rilassamento)
– pelvic-floor inactivity (non contrazione nè volontaria nè “automatica”).

MA E’ SEMPRE NECESSARIO AVERE UNA DIAGNOSI PER SAPERE LA PROGNOSI ANCHE PER CHI SI OCCUPA DI RIABILITAZIONE DEL PAVIMENTO PELVICO…

Per ulteriori informazioni non esitare a contattarmi.

Dr.ssa Mirella Tess

Tel. 349 089 3919

Ricevo a: Vicenza, Trissino e Valdagno

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