Vulvodinia

LA VULVODINIA: DAL PIACERE AL DOLORE

Dolore:

“ Un’esperienza sensoriale ed emozionale spiacevole associata a danno tissutale, in atto o potenziale, o descritta in termini di danno. E’ un’esperienza individuale e soggettiva, a cui convergono componenti puramente sensoriali (nocicezione) relative al trasferimento dello stimolo doloroso dalla periferia alle strutture centrali, e componenti esperenziali e affettive che modulano in maniera importante quanto percepito”.

IASP ( International Association for The Study of Pain)

La definizione riconosce per la prima volta che il dolore può insorgere anche quando il danno tissutale non è presente e ancor più importante riconosce il dolore quale stato psicologico soggettivo.

La zona genitale femminile è da sempre oggetto del desiderio, legato al piacere sessuale, come luogo di peccati e di reconditi segreti. Misteriosa, appagante e trasgressiva. E’ sopratutto la zona che dà origine alla vita, la porta di quell’energia antica che trasforma ossigeno e movimenti fino a racchiudere il cerchio di una nuova vitalità. Che modificherà la vita della donna verso una dimensione tutta nuova fatta di emozioni e di energie tanto armoniche quanto complementari. Per sempre.

Ma oltre ad essere una zona di piacere può essere un luogo di forte dolore.

Considerata in passato una malattia rara, la vulvodinia è invece molto comune. Un’ampio studio epidemiologico ha dimostrato un’incidenza del 17% con una prevalenza del 7%.

QUALCHE DATO:

  • 14.000.000 donne negli USA hanno sperimentato una qualche forma di dolore vulvare nella loro vita.
  • La prevalenza del dolore vulvare inspiegabile va dal 16% al 28%, cifre sottostimate in quanto il 40% delle donne che ne soffre non riesce a curarsi.
  • Le donne che presentano sintomi di vulvodinia hanno un’età che va dai 16 agli 80 anni, maggiormente tra i 20 e i 60 anni d’età. La vulvodinia è un considerato un disconfort vulvare, dove l’origine non è chiaramente identificabile, e i cui sintomi devono avere una durata di almeno 3 mesi unitamente alla presenza di fattori potenzialmente associati. I fattori che abbiamo chiamato potenzialmente associati sono: • altre sindromi dolorose (vescica dolorosa) • comorbilità • fattori ormonali • Infiammazioni • fattori muscolo-scheletrici (ipertono) • fattori neurologici centrali • fattori psico-sociali • neuroproliferazione La vulvodinia può presentarsi in forma: • generalizzata • loca COS’E’ IL VESTIBOLO VAGINALE? E’ l’area anatomica posta all’entrata della vagina ed è una zona molto ricca di:
  • terminazioni nervose sensitive (nocicezione) • recettori ormonali • elementi ghiandolari.

Nella forma generalizzata di vulvodinia la condizione può interessare vulva, perineo e zona anale mentre la forma localizzata, presente in circa l’80% delle pazienti, il vestibolo vaginale è la sede del disturbo che può essere percepito come: • bruciore

  • dolore • dispareunia (dolore ai rapporti).

Nella forma localizzata la malattia può interessare anche il clitoride (clitoridodinia).

Il professionista esperto nella riabilitazione del pavimento pelvico può eseguire un semplice test, lo SWAB TEST, che consiste nel toccare con un cotton fioc tutto il vestibolo vaginale come se fosse il quadrante di un orologio per localizzare le zone di maggior dolore. La percezione dolorosa viene quantificata secondo la scala Likert in lieve, moderata o severa oppure con la VAS con uno score da 0 a 10 ( 0 = nessun dolore e 10 = massimo dolore).

E’ molto importante determinare l’evoluzione cronologica del dolore che può iniziare come un dolore acuto ma può evolvere in un dolore cronico fino ad arrivare ad essere un dolore neuropatico.

Numerosi sono gli studi che hanno anche evidenziato un’alterazione delle fibre nervose vestibolari che porterebbero all’insorgenza di: • iperalgesia ( risposta amplificata di un dolore di per sè normale) • allodinia ( viraggio della percezione di un stimolo tattile a doloroso urente)

Nelle donne con vestibolodinia molto spesso si riscontra una pavimento pelvico ipercontratto ( ipertono).

La candidosi vulvovaginale è una delle condizioni rilevanti nella genesi della vestibolodinia e in oltre il 70% delle pazienti è presente una storia di candidosi ricorrente.

Alcuni studi hanno rilevato una relazione tra estrogeni e percezione nocicettiva: diminuiti livelli di estrogeni abbasserebbero la soglia del dolore come durante la gravidanza, il ciclo mestruale e in corso di terapia ormonale sostitutiva.

Pazienti con vestibolodinia evidenziano segni di atrofia vestibolare con assottigliamento della mucosa che appare secca, fragile e pallida come nelle donne in menopausa.

L’uso di contraccettivi ormonali combinati è stato associato a insorgenza di vestibolodinia.

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